lunedì, marzo 27, 2006

Il pericolo di uno stato forte

Leggete qui.

Questa notizia e' apparsa oggi sul Corriere della Sera, e misteriosamente e' scomparsa subito (non e' nemmeno passata per le notizie piccole riportate in basso, come invece succede praticamente sempre).

L'UE vuole imporre a quelle 5 o 6 enormi compagnie telefoniche di ridurre gli assurdi prezzi del roaming internazionale, ossia le tariffe per chiamare all'estero da e verso il proprio paese di appartenenza all'Unione Europea.

Non scordero' mai quando prima di partire per la Germania telefonai all'assistenza del mio operatore telefonico (inutile che dica quale, tanto si muovono con armoniosa e stupefacente sincronia), chiedendo loro quanto mi sarebbe costato chiamare dall'estero. Mi risposero letteralmente:

- "costa solo 200 centesimi al minuto!"

- "ma sono 2 euro al minuto", risposi io.

- "si'...", rispose l'operatore al soldo dei ladri.

Questo mi da' lo spunto per far notare a coloro che vengono ogni giorno influenzati da parole mistificatrici riguardo al pericolo di uno stato forte, che e' sempre associato in qualche modo a Stalin, cruento e spietato dittatore.

Dal canto loro le aziende interessate contestano duramente l'iniziativa (ma va), dicendo (e cito l'articolo che cita loro, che guardacaso parlano per via di un'unica bocca) che la proposta «non è necessaria ed è potenzialmente dannosa per l'industria europea delle telecomunicazioni».

Questo mi piace.

Mi piace quando si dicono cose come queste: "dannosa per l'industria europea delle telecomunicazioni". Con questa e con tutte le frasi a questa paragonabili, i grandi gruppi che controllano un certo mercato vogliono farci credere che potremmo rimetterci anche noi, se loro vanno male. E tanta gente ci crede.
In che modo possiamo rimetterci, di grazia? Non potendo lavorare al customer care di uno di questi operatori, drammaticamente sottopagati rispetto alla media europea (in Irlanda del Nord per esempio un mio amico prendeva 1700 euro netti per fare lo stesso lavoro)? O in quale altro modo? Dovendo forse fare a meno dell'invasione pubblicitaria da vomito (con spot offensivi per le facolta' di pensiero umane) cui siamo costretti?

Oppure dovremmo forse fare a meno del fatto che da qualche tempo loro ci fanno parlare GRATIS, una vera e propria rivoluzione?

Vi faccio solo un esempio, per il resto potete ragionare analogamente.

Vodafone Revolution. Avete sentito? Parliamo tutti GRATIS.

Vediamo cosa dice l'offerta: e' trasparentemente e immediatamente visibile al sito www.vodafone.it, dopo aver cliccato su un banner con tre facce sorridentissime (con scritto solo 190.it), poi su un link che dice "Una vera Revolution!
Con Vodafone Revolution e Vodafone Infinity dopo
il primo minuto parli gratis. Per sempre!", da li' su un link che dice "Vodafone Revolution
Puoi parlare con chi vuoi e quanto vuoi.
Una vera Revolution.", per arrivare qui:

***
Scegli il piano Vodafone Revolution per la tua Ricaricabile.

Con 1 euro al giorno parli con tutti i numeri nazionali, pagando solo il primo minuto di ogni chiamata, fino ad un massimo di 1500 minuti al mese.
Leggi tutti i dettagli relativi al piano.
***

Gia' qui c'e' la prima sorpresa: fino ad un massimo di 1500 minuti. Ma come, non era per sempre?
Ma non posso fare a meno di seguire quel subdolo link: dettagli.

Potete leggerlo da voi cliccando sul suddetto link, ma volete sapere in "breve" cosa dice?

Dovete pagare 30 euro al mese (gia' qui decadrebbe il concetto di gratis), piu' 8 euro di attivazione. Non vi basta?
Abbiamo detto che non potete chiamare piu' di 1500 minuti (25 ore).
Le chiamate che fate non possono durare piu' di 30 minuti (per sempre?).
Pagate solo il primo minuto: scatto alla risposta + primo minuto = 30 centesimi.

Questo significa che continuando a dargli 30 euro al mese + gli 8 di attivazione, facendo 10 microchiamate spendete cmq 3 euro.

Una vera revolution! Prima costava molto meno!

Ma abbiate fede: la concorrenza costringera' le aziende ad abbassare i prezzi ahahaha.

Vostro Montezuma

domenica, marzo 26, 2006

Acqua

Una delle cose su cui mi interrogo maggiormente, è la allarmante carenza d’acqua potabile, un pericolo che minaccia l’intera umanità. Ne parlano giornali, televisioni, radio.

Lo vediamo anche nell’Italia del Sud: dai rubinetti esce acqua marrone, e spesso si parla di siccità. Sta finendo proprio, l’acqua potabile.

Poi accendo la televisione. C’è la pubblicità. 3 sono di automobili. 3 di telefonini. 4 di acqua. Potabile.

Al supermercato: pieno d’acqua. Potabile. Imbustata, nelle bottiglie, con l’etichetta.

Non posso fare a meno di notare l’incongruenza.

Dai rubinetti no, in vendita sì. Persino con le bollicine, chimicamente aggiunte.

Poi mi faccio una passeggiata a Roma. Eccolo, eterno, un capolavoro di ingegneria idraulica: l’acquedotto romano.

Grazie a tale opera, un cittadino romano dell’età imperiale avrebbe potuto consumare 1000 litri di acqua al giorno. Il doppio di quanto può fare oggi un cittadino della capitale.

I romani non portavano l’acqua solo a Roma. Ma arrivava senza sforzo (e con costi di manutenzione irrisori) in tutti i suoi domini.

Arrivava a Ischia. In Toscana. A Bologna. In Croazia. E poi sì, persino a Catania. Anche la Sardegna aveva l’acqua, grazie agli acquedotti romani.

E l’acquedotto funziona ancora.

Circa un quinto dell'approvvigionamento idrico attuale della città di Bologna è tuttora fornito dall’acquedotto romano. A Roma si beve ancora grazie all’acquedotto.

Ecco. Questa è tecnologia di 2000 anni fa. 2000 anni fa ci si riusciva. E oggi no? Come dicono i nonni, “mandiamo i razzi sulla luna”, e non riusciamo a portare l’acqua al Sud?

L’acqua potabile si prende dal mare. Ci sono cose chiamate desalinizzatori. Sono comunemente usate nei paesi in cui l’acqua sorgiva manca davvero, come la Libia. L’acqua si prende dal mare, si passa in un filtro, et voilà: acqua potabile. I più viziati potrebbero aggiungerci anche le bollicine.

Insomma, in bottiglia ci arriva, nel rubinetto no. Al rubinetto costa 10 lire al litro, che vanno al comune per ripagare i costi di manutenzione dell’impianto. In bottiglia 1000 lire, che vanno a riempire le tasche già piene di un individuo ciccione.

Mi sta sorgendo un dubbio

Poi mi viene in mente quell’acqua...come si chiama? Ah, “Acqua Cutolo”. Cutolo. A me sto nome mi ricorda qualcosa...